Deumidificatore: come funziona e quanto consuma?

Nell’ampio settore della domotica rientrano numerosissimi articoli ed elettrodomestici diversi, con una qualità fondamentale in comune: ciascuno di essi, infatti, contribuisce a rendere la nostra vita più semplice, riducendo la nostra mole di lavoro tra le mura domestiche e migliorando il nostro benessere quotidiano.

Deumidificatore: come funziona e quanto consuma?

Gli apparecchi di questo genere, pensati per raggiungere i più disparati scopi sono numerosissimi, e costituiscono parte integrante della nostra quotidianità; oggi parliamo di un oggetto forse non molto diffuso nelle case di ciascuno di noi, per quanto estremamente utile, oltre che funzionale in ogni periodo dell’anno. Stiamo parlando dei deumidificatori portatili: in questa guida ne presenteremo caratteristiche e funzioni, soffermandoci anche sui consumi; in tal modo, proveremo a fornire una panoramca completa sull’utilità di questi strumenti, mostrandone i pro e i contro.

Come funziona un deumidificatore

Fase Descrizione
1. Aspirazione dell’aria Ventola aspira l’aria umida dall’ambiente.
2. Raffreddamento dell’aria L’aria passa attraverso un sistema di raffreddamento.
3. Condensazione dell’umidità Il vapore acqueo si condensa in goccioline d’acqua.
4. Raccolta dell’acqua Le gocce d’acqua condensate vengono raccolte o drenate.
5. Rilascio dell’aria L’aria deumidificata viene restituita nell’ambiente.

Un deumidificatore è, anzitutto, un apparecchio ideato al fine di rendere ideale la temperatura all’interno di un’abitazione. Esso rientra, dunque nella stessa categoria di strumenti come condizionatori, ventilatori e caloriferi elettrici, e condivide con questi oggetti alcune funzionalità d’uso.

Si tratta di un elettrodomestico di piccole dimensioni, di forma generalmente cubica oppure più allungata. La sua base misura generalmente meno di cinquanta centrimetri, sia in lunghezza e in larghezza che in altezza: il fatto di occupare così poco spazio ne rende utile la presenza in qualunque ambiente della casa, dalla cucina all’armadio (dove, come vedremo, risulta utilissimo per combattere l’umidità).

Esistono deumidificatori fissi e mobili: i primi non possono essere spostati dall’ambiente in cui vengono installati, mentre i secondi sono facili da trasportare in casa grazie all’ausilio di piccole ruote. La funzione principale di questo apparecchio è mantenere costante il livello di umidità dell’aria, facendo sì che la sua percentuale si attesti sempre attorno al 50%, a prescindere dalla temperatura esterna e dalla stagione dell’anno.

Ciò lo rende funzionale in modo particolare in ambienti umidi, come ad esempio cantine, soffitte, cucine e bagni: qui i suoi circuiti frigoriferi, grazie all’azione di un gas refrigerante e dell’apposita ventola, agiscono per assorbire l’acqua in eccesso, abbassando il livello di vapore acqueo e facendo condensare il liquido.

Tutta l’acqua assorbita finisce in un contenitore, che verrà poi facilmente svuotato; in tal modo, il deumificatore contribuisce alla creazione di un clima salutare nell’intera casa, poiché migliora la qualità dell’aria e previene la proliferazione di microrganismi come acari e batteri. L’aria, infatti, alla fine del ciclo viene reimmessa in circolo (attraverso un evaporatore), pulita, rigenerata e privata dell’umidità in eccesso iniziale.

Come scegliere il proprio deumidificatore

I deumidificatori, oltre che in fissi e mobili, si dividono sulla base di un’altra caratteristica fondamentale. Una prima tecnologia è quella che prevede l’utilizzo di materiale essiccante, come il gel di silice, in grado di aspirare l’aria e rimuovere l’eccesso di vapore acqueo: si parlerà, in questo caso, di deumidificatori passivi o essiccativi.

Una seconda categoria di deumidificatori, detti refrigerativi o meccanici, prevede invece che il lavoro di condensa del vapore acqueo avvenga grazie al contatto con il flusso d’aria fredda che scaturisce dal circuito refrigerante interno all’apparecchio.

Quanto consuma un deumidificatore?

Uno dei più notevoli vantaggi offerti dall’utilizzo di un deumidificatore è da ricercarsi nei bassi consumi. Questi apparecchi, infatti, per funzionare richiedono poca potenza, e di conseguenza non portano i costi della bolletta a lievitare eccessivamente. La potenza massima assorbita da un normale deumidificatore di uso domestico, infatti, non supera i 300-350 W.

Oltre a ciò, va considerato il fatto che questi strumenti rimangono accesi solo per un tempo limitato: esaurita la loro funzione, infatti, essi vanno in stand-by, per poi riattivarsi nel momento in cui i livelli di umidità nell’aria tornano a salire. L’unico momento in cui potrebbe essere necessaria un’accensione costante e prolungata è quello immediatamente seguente all’acquisto: nei primi giorni, infatti, potrebbe essere opportuno lasciare agire l’apparecchio per tutto il tempo necessario all’abbassamento dei livelli di vapore acqueo nell’ambiente.

Trascorso questo tempo, si potrà impostare un’accensione intelligente, in base alla percentuale di umidità rilevata, oppure procedere ad un utilizzo più saltuario. In condizioni normali, comunque, tenere acceso un deumidificatore per circa tre ore comporta un consumo stimabile in 0,9 kWh, dunque davvero molto basso.

Di seguito, puoi vedere un esempio generale di consumo energetico per un deumidificatore con diverse potenze, utilizzando una tabella a scopo illustrativo:

Potenza del Deumidificatore (Watt) Consumo energetico medio (kWh)
300 0,30
500 0,50
800 0,80
1200 1,20

Nota: I valori nella tabella sono solo stime indicative e potrebbero variare in base al modello specifico del deumidificatore e alle condizioni ambientali.

Per calcolare il consumo energetico effettivo, è necessario moltiplicare la potenza del deumidificatore per il numero di ore in cui è in funzione. Ad esempio, se un deumidificatore da 800 watt è in funzione per 4 ore al giorno, il consumo giornaliero sarà di 3,2 kWh (800 W * 4 ore / 1000).

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